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 Monte Romano (Montromano in dialetto monteromanese) è un comune della Maremma Laziale  di circa 2000 abitanti della provincia di Viterbo; dista dal capoluogo circa 30 km.
Sorge Nel cuore della Tuscia viterbese e a pochi chilometri dalla costa tirrenica,  un piccolo borgo dall'aspetto sei-settecentesco, custode di storie importanti e di grandi civiltà, etrusca e romana, che con le sue testimonianze medievali e rinascimentali contribuisce a creare luoghi di grande pregio e bellezza. Il paese è situato ai piedi della “Rotonda”, una caratteristica collina sormontata da querce secolari disposte a corona, il cui fascino è stato immortalato come simbolo del Comune nel suo stemma ufficiale. È all'interno di questo sito che si è sviluppato il primo nucleo abitativo del paese (l'Arx Montis Romani, XIII secolo). Con l'acquisto delle terre monteromanesi da parte dell'Istituto Santo Spirito in Sassia di Roma (1456) inizia lo sviluppo vero e proprio del centro abitativo come colonia agricola; infatti, i prodotti della campagna erano diretti a Roma per il sostentamento degli ospedali gestiti dall'ente. Il maggior sviluppo si ha nei secoli XVII-XVIII, dove vengono attuate le più interessanti realizzazioni del centro storico; ”il Borgo Nuovo” con le sue vaste piazze, gli edifici ariosi, l'andamento regolare delle vie rappresenta una peculiarità del territorio in quanto la sua struttura architettonica moderna si distingue dai centri limitrofi, tipicamente medievali. In questo contesto i monumenti più significativi sono il Granaio Agucchi (1602) usato dalla popolazione come deposito di grano nei periodi di carestia e una chiesa dedicata alla Madonna Addolorata (1615) costruita con l'aumentare della popolazione con annessi alloggi per i lavoratori stagionali. Nel Settecento il paese raggiunge il massimo sviluppo arricchendosi di nuove costruzioni che andranno a definire l'attuale assetto urbanistico: le Carceri (1731), completate ed arricchite dalla realizzazione della Torre dell'Orologio (1767), disegnata da Antonio Cavalletti, formando la cosiddetta “Isola dell'Orologio”; posta al centro del paese ne è la costruzione più significativa: le facciate scandite da lesene angolari e partiture orizzontali in muratura conferiscono all'insieme una omogeneità estetica che viene uniformata dalla messa in opera dell'orologio meccanico a quattro quadranti, tuttora funzionante, di rara fattura. Recentemente restaurata, l'Isola dell'Orologio è tornata a risplendere della sua originaria bellezza, la Chiesa di Santo Spirito (1765), la monumentale Fontana del Mascherone (1770), il Borgo Calino e le case in linea concorrono a definire il centro storico nel suo attuale aspetto.